Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/362

358 libro terzo

similmente attigua alle due prime, dedicata a Santa Maria. Ma dalla chiesa cattedrale di San Giovanni ov’era il battistero s’avea l’ingresso principale.

Che tal fosse la disposizione de’ luoghi fin dal tempo de’ Longobardi, lo dimostra ad evidenza l’uccisione seguita entro le sacre soglie di Garibaldo duca di Torino nel giorno di Pasqua dell’anno 662. Garibaldo, uom disleale, micidiale egli stesso del re Godeberto suo signore, fu aspettato a vendetta da un Torinese, famiglio del tradito Godeberto, in sul limitare del duomo. S’aggrappò cotest’uomo con una mano alle colonne del battistero, celò coll’altra il ferro sotto al largo manto che portava all’uso longobardo, e quando il duca venne a passare per recarsi in duomo, gli menò tale un colpo che l’uccise; e fu ucciso egli stesso immediatamente dai seguaci di Garibaldo.

La chiesa cattedrale doveva estendersi fino al sito occupato adesso da quella parte del palazzo del re che trovasi al nord della chiesa, dove, e precisamente sotto al portone a ponente, fu trovato in agosto del 1843, il sepolcro d’Ursicino vescovo di Torino del sesto secolo.

Sul cadere del secolo xiii v’erano tre chiese: quella del Salvatore, quella di San Giovanni e quella di Santa Maria.1 In una di queste chiese si fondò più tardi la cappella di Sant’Ippolito. Tutte e quattro furono parrocchie. Ma San Salvatore fu, credo, la