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354 | libro terzo |
considerazion del disturbo che reca ad una casa di educazione l’ingresso quotidiano d’esteri. D’essa biblioteca si è stampato il catalogo, colla designazione de’ libri donati dall’abate Costa. Nella libreria v’è il busto del prete Giordano, con iscrizione che rammenta il dono della biblioteca da lui con lunga fatica raccolta (1752), ed arricchita teste dalia scella e copiosa libreria lasciatale per testamento dal teologo collegiato Giacomo Bricco di Ala, uomo di molta dottrina, autore del Brevis lusus poeticus ad Lancei valles.
Eccoci ora alla piazza del Duomo. I portici che si veggono avanti alla chiesa furono costrutti verso il 1622, per ordine di Carlo Emmanuele i, che privilegiò chi fabbricasse secondo il disegno uniforme di suo gusto, e die’ gratuitamente le colonne di marmo bianco, sulle quali dapprima si reggevano quegli archi.3
In quel sito, nella metà del secolo xv, erano le case della prevostura del duomo, concesse in enfiteusi insieme coll’attiguo giardino, a Nicolò Beccuti e ad Antonio di Bivara. Colà si progettava di fare il palazzo arcivescovile, poichè Emmanuele Filiberto ebbe occupalo l’antico palazzo de’ Vescovi.
Presso la medesima casa si costruiva in ottobre del 1385 una tettoia, nella quale Amedeo vii, detto il conte Rosso, pigliava sollazzo al gioco del pallamaglio col suo bel cugino Amedeo, principe di Acaia.4