Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/356

352 libro terzo

Costa, de’ quali il maggiore Giuseppe, nato il 27 di febbraio del 1758, s’addottorò in teologia, fu parroco di Moretta, e morì in odore di santità, a’6 dicembre del 1721, essendo non solo l’amico, ma la vittima de’ poveri, che erano nella casa parrocchiale più padroni di lui medesimo, come ne’ tempi appunto della chiesa primitiva.1

Il minore Giampietro, pigliala similmente la laurea nella sacra facoltà, poi aggregato al collegio di teologia, rimase a Torino, e salì a sommi onori. Accenno come una sua gran lode e prova di vita intemerata, la dimestichezza che ebbe col beato Sebastiano Valfrè; poi rammento, come in ottobre del 1689, fu deputato coadiutore al canonico Carrocio, come nel 1704 fu canonico effettivo della Metropolitana, dove col tempo sostenne l’ufficio di teologo, ed ebbe la dignità di cantore. Nel 1739 era preside del collegio de’ Teologi.

Confessore d’Anna d’Orleans, moglie del re Vittorio Amedeo ii, poi confessore di Carlo Emmanuele iii, ebbe la badia del Villar San Costanzo. Morì pieno d’anni, di meriti, d’onori il 29 novembre 1760, lasciando il Seminario erede d’ogni sua facoltà.

Il teologo Costa suo fratello avea già lasciato una somma perchè se ne convertisse il provento nel mantenere un cappellano e maestro di scuola nella borgata delle Piazzette in Usseglio sua patria.