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350 libro terzo


L’isola in cui sorge la moderna fabbrica contenea la Zecca, una casa dello spedale di San Giovanni ed il palazzo de’ marchesi Carron di San Tommaso.

Fu alzato il novello edifizio nel secolo scorso sui disegni del Juvara, finito poi dall’architetto Cerruti per cura massimamente dell’abate Giampietro Costa che ne fu per 56 anni rettore; e che tutta la propria sostanza impiegò, parte a vantaggio di quello stabilimento, parte in altre opere di pietà e di beneficenza a prò della terra d’Usseglio, sua patria.

In quella remota valle alpina, a pie delle ghiacciaie che si stendono tra le alte vette dell’Iserano e del Roccamelone, nasceva Giampietro Costa nel 1672.

Dopo d’aver appreso i primi rudimenti in patria, venne col fratello Giuseppe a Torino, e tanta era la loro povertà, e tanto insieme l’amore allo studio, che non avendo olio da mantenersi una lampada, studiavano le lunghe sere d’inverno sotto ad una tenda di piazza d’Erbe, profittando del lumicino d’una rivendugliola. Gli uomini nati e cresciuti tra gli agi della capitale, non conoscono la forza di volontà di quelle razze primitive, e il poter che hanno di durare molti anni tra gli stenti e le fatiche più immani, per riuscire ad un fine lungamente vagheggiato nella loro mente. E quindi, allorché vedono