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capo secondo | 333 |
anche con soddisfazione quei rabeschi per cui si distingue la casa che fa canto tra la strada che percorriamo e quella della Basilica.
Seguitando l’ordine che abbiam preso, la via che succede alla strada Bellezia è quella che chiamasi d’Italia. Già percorrendo la via di Dora Grossa abbiam dovuto parlare della torre e del palazzo del Comune, e ci siamo estesi per continenza di materia, a parlare anche della piazza del mercato e di quella del grano, del Corpus Domini e di San Silvestro, e della antichissima chiesa di San Benigno.
Senza dunque ripetere il già detto, accenneremo solamente che la strada d’Italia, non rispondendo prima del 1699 fuorchè alla piccola Porta di San Michele, la quale raramente aprivasi, era anch’essa, massime sul suo finire, angusta e tortuosa.
Dopochè chiusa la Porta Palatina, la Porta di San Michele, chiamata Porta Vittoria, e volgarmente Porta Palazzo come l’antica, rimase l’unica uscita della città a settentrione, acquistò maggior importanza la strada che vi facea capo, onde fin dal 1711 Vittorio Amedeo ii pensava ad allargarne, secondo un disegno uniforme, l’ultima parte, dalla chiesa di San Paolo (la Basilica) fino alla porta. Nel 1729 Juvara presiedeva a tale riforma; cominciava presso alla porta quella piazza maestosa che pigliò nome dal mercato dei frutti, e dovea servire di piazza d’armi.16 L’ampliazione rettilinea estendevasi poi grado