Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/328

324 libro terzo


Nel 1457 aveano aiuto dalla Città per costrurvi le celle; essendo poi stato rovinato nel 1536 dai Francesi il loro convento, si ebbe l’animo a trasferirli nella chiesa di San Benedetto, ma non pare che l’ottenessero, essendo la medesima venuta poco dopo in poter de’ Gesuiti che l’atterrarono. Intorno al 1550, come si è detto, ottennero la chiesa di San Giacomo che rifecero ed abbellirono coll’opera e coll’aiuto del padre Bartolomeo Falcombello di Avigliana, vicario generale della congregazione Agostiniana di Lombardia. La chiesta de Saneto Jacobo de Turino habitanti li frati heremitani de Sancto Angustino, fu fondata nel jorno de Sancta Croce che fu il14 de septembre nell’anno 1551, regnando il serenissimo re Enrico di Franza. Ne posero la prima pietra il conservatore Parpaglia, il collaterale Ganglio, il collaterale Regibus, i due sindaci della città, e Raffaele Bellacomba, dottore, ossia avvocato di essa.7 L’otto del mese d’ottobre 1576 si cominciò ad ufficiare nel coro nuovo. A’ 15 di febbraio dell’anno seguente si collocò l’ancona nuova, ed alli 9 di marzo sinuose il tabernacolo sopra l’altar, ed il Santissimo Sacramento dentro; qual tabernacolo fu dipinto da messer Cesare Lanino di Vercelli.8 Questo pittore, fratello del celebre Bernardino, e padre d’un altro Bernardino, anch’esso pittore, vuol essere aggiunto alla serie degli artisti vercellesi. La chiesa di San Giacomo, rifatta e chiamata col nuovo nome di