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308 | libro terzo |
guerre distrutta, che poi videro prodigiosamente scoprirsi tra le macerie la santa imagine, ed a nuovo e più fervoroso culto restituirsi.
Durarono i Benedittini in questa chiesa seicento sessant’anni; e nel 1589, dandosi da gran tempo il priorato di Sant’Andrea in commenda,23 essendo scemala l’osservanza delle discipline claustrali e della regola di S. Benedetto, e ridotti i monaci a sei, vennero loro surrogati i Cisterciensi, chiamati anche Fugliensi, o monaci di S. Bernardo, dello stesso ordine Benedittino, ma riformati, che vestono cocolla bianca.
Nella visita di monsignor Peruzzi dell’anno 1584 si nota che la chiesa era tenuta in commenda da Camillo Gaetani. Vi risiedeano sei monaci Benedittini sacerdoti, a ciascuno de’ quali l’abate commendatario od il cardinale di Sermonetta Nicolò Gaetani dava provvisione annua di quattro sacchi di fromento, una carrata e mezza di vino, dodici scudi pel companatico, tre pel vestiario. Il parroco era un prete della diocesi di Nocera, vicario dell’abate. Il Santissimo era allogato in custodia di ferro indecentissima. La chiesa era sporchissima. Gli altari mezzi in rovina. Non v’erano ne qui ne nelle altre chiese di Torino confessionali. I monaci non osservavano la regola di S. Benedetto, fuorchè nell’ufficiatura. Per queste cause il cardinale Camillo Gaetani da Roma ove risedeva, e dal monastero di Santa