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l’altra in taccia all’altare della Madonna della Consolata. Al di fuori correva un portico sostenuto da pilastrini poligoni di mattoni lavorati all’antica, che cominciava dal campanile e stendevasi fin quasi all’estremità della chiesa.
Vicino alla seconda porta a mano sinistra, entrando, vedevansi alcune pianelle che si conservavano sempre asciutte, sebbene tutto il restante pavimento fosse coperto d’umidità; e là dicevasi essere il sito dove il cieco di Brianzone avea scoperto la sacra indagine1 ed il popolo lo baciava.
La cappella della Madonna fu ampliata ed ornata di quattro colonne di marmo nero, di pitture e di stucchi rappresentanti tutte le festività della B. Vergine nel 1611;7 l’altare fu consacrato da monsignor Vicia, già vescovo di Vercelli, il 12 settembre 1620.8 Nel 1659 poi il conte Flaminio San Martino d’Agliè la fe’ maggiormente ornare fra gl’intercolunnii con fregi, festoni, puttini e cherubini di marmobianco. Il lavoro fu condotto a termine nel 1662.9
Prima che la chiesa e la cappella venissero riedificate vi si vedeva quantità di voti d’argento, ed uno fra gli altri d’un figliuolo, d’altezza d’un raso e più d’argento, di peso più d’un rubbo, rappresentante S. A R. Vittorio Amedeo, oggi regnante (Vittorio Amedeo ii); era (la cappella) illuminata con nove lampade d’argento nei giorni festivi.10