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attigua al monastero; ed io tengo per fermo che sia quella medesima che ancora serve di campanile, alla quale ne’ secoli posteriori si fe’ qualche giunta.
Nel secolo xv la chiesa di Sant’Andrea fu ingrandita. Nel 1584 monsignor Angelo Peruzzi, vescovo di Sartina, procedendo alla visita apostolica, la trovò piuttosto capace, ma piena d’immondezze, con altari disadorni e rovinosi. Sola in mezzo allo squallore distinguevasi per nettezza e per ornamenti la cappella della Vergine della Consolata, per la quale un monaco slava dipingendo un bel quadro. 2 Quel vescovo rende testimonianza della grandissima divozione, di cui era segno la santa imagine che vi si custodiva.3
Nel 1594 s’andavano rifabbricando o migliorando il monastero e la chiesa. Nel 1603 si rifaceva l’altar maggiore. L’infanta Donna Caterina d’Austria, duchessa di Savoia, sovveniva i monaci di 400 scudi d’oro nel 1594: Carlo Emmanuele i di 100 ducatoni nel 1603 (4).4
Fin dopo la metà del secolo xvii la chiesa di Sant’Andrea era a tre navi, formata di quattro archi. In cima alla nave di mezzo era, dov’è di presente, l’altar maggiore, con un quadro rappresentante la Deposizione di Cristo dalla croce, ed è quello stesso che ora si vede sopra l’altare del coro; allato a destra la statua di Sant’Andrea, a sinistra quella di S. Lorenzo. Sopra il quadro lo stemma de’ Reali di