Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
24 | libro primo |
avendo lasciato nel suo ultimo testamento che la sua vigna di Chierici libri ed i panni si dessero come risolverebbe Giacomo, vescovo di Torino, e vicario dell’Impero, ed il prevosto di S. Benedetto, il vescovo volle se ne facesse dono al detto spedale.6 Questo spedale, ruinato poi dalle guerre, fu unito nel 1548 allo spedale di S. Giovanni.
Nel 1584, monsignor Peruzzi, vescovo di Sarcina e visitatore apostolico, trovò a S. Lazzaro tre uomini e tre donne lebbrose, nove donne tocche da morbo incurabile, e quattro altri letti per uomini presi da uguale infermità.7
Dietro la chiesa di Sant’Andrea, e probabilmente allo sbocco della strada delle Orfane, s’apriva la porta Pusterla. Due sobborghi stendeansi da questa parte sulla sponda destra della Dora. Quello diporta Doranea, ora borgo del Pallone, e quello di porta Pusterla, nel sito ov’ora sono le case dello spedale Cottolengo, e più in là, fin verso il fiume, dove allora vedeasi lo spedale di S. Biagio de’ Crociferi.
Verso l’angolo di Sant’Andrea, o della Consolata, trovavasi la chiesa di S. Giorgio in Valdocco, ceduta nel 1271 insieme con quella di S. Dalmazzo ai frati di Sant’Antonio dal vescovo Gualfredo.
Volgendo ora a mezzodì, e seguitando il corso delle mura a ponente, incontravasi a diritta della strada di Rivoli il borgo di S. Donato e di Colleasca, che protendevasi verso il Martinetto, ed era formato