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capo settimo 275

principi Estensi,22 meno ingrati de toro congiunti verso il gran cantore che ha reso immortale la corte di Ferrara, ma insiem con essa, e pur troppo, anche l’ospitai di Sant’Anna. Perchè un sì bel esempio non sarà imitato, e perchè un medaglione ed una lapide non contrassegneranno le case ov’ebbero stanza le domestiche nostre glorie, Boterò, Vittozzi, Bellezia, Carlo ed Amedeo Castellamonti, Guarini, Bertola, Tasniere, Juvara, d’Ormea, Bogino, Benedetto Alfieri, Denina, Baretti, La Grange, D’Antoni, Michelotti, Oliviero, Saluzzo, Malacarne, Galliari, Alfieri, Gerdil, Caluso, Porporati, Balbis, Napione, Rolando, Bonelli, Balbo, Boucheron, Diodala Saluzzo ed altri illustri nostri, o per nascita, o per lungo incolato, concittadini? Sul canto di questa strada che guarda la via delie Quattro Pietre, abitava lo storico ed antiquario Filiberto Pingon,23 il quale ha lasciato a Torino una fama popolare, dicendosi proverbialmente d’ogni anticaglia: è un’antichità di monsù Pingon.

Tre stradicciuole rimangono ancora correnti in direzione parallela a Dora Grossa, ma tortuose e brevi; la prima finisce sulla piazzetta della Consolata e non ha ricordi ch’io possa qui registrare. La seconda chiamata dei Fornelletti, lungo l’antico muro di porta Pusterla conteneva nel secolo xv la casa del postribolo, e nel xvi quella pure abitata dall’esecutor di giustizia. Nella terza che finisce all’antica porta Palatina (ora le Torri) s’alzava l’oratorio della confraternita di Sta Croce in principio del secolo xvi.