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capo settimo 267

altresì provinciali il padre Tommaso Pirattoni da Alessandria, quando nel 1851 fu eletto vescovo d’Albenga, ed il padre Tommaso Ghilardi, quando nel 1842 fu eletto vescovo di Mondovì.12


Ecco una serie di bei nomi, dei quali il convento di San Domenico può giustamente onorarsi. Un maggior numero ne registra l’Echard (Scriptores ordinis Praedicatorum) che per brevità abbiam tralasciato, lungo troppo essendo il catalogo di que’ che furono o professori nell’università, o decani, o socii del collegio teologico, o teologico confessori de’ nostri principi.

Quella casetta bassa per cui si ha l’ingresso ne’ chiostri, conteneva il tribunale dell’Inquisizione: nome spaventoso in altri paesi, ma non nel nostro, dove i principi ebber sempre l’occhio e la mano a non permettere che uscisse dei termini del giusto, e che sotto color d’eresia, e in seguito ad accuse di malevoli, inquietasse senza ragion sufficiente i privati. Imperocché la cagion principale dei disordini in cui altrove trascorse, fu l’indole cupa, segretissima del processo, il quale dava ogni facilità agli accusatori di calunniare; senza parlare del pericolo grandissimo in sì spinosa materia di trascorrere a giudicar de’ pensieri e delle tendenze, invece di soffermarsi a fatti positivi, pubblici, scandalosi; del pericolo di adombrare d’una parola imprudente e di confonderla col frutto d’una malizia consumala;