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capo sesto, note | 251 |
(5) Vi fu costrutto nel 1741 lo scalone sul disegno del conte Giampier Alìiaudi Baronis di Tavigliano, architetto, discepolo del Juvara. Egli chiamavasi dapprima Ignazio Agliaudo; ma essendo stato chiamato ad una primogenitura di casa Baronis, mutò nome e cognome. V. la Vita ch’egli scrisse del suo maestro Juvara.
(6) Questa buona principessa, pia, affabile, piena di carità verso i poveri, morì il 6 luglio 1741. In occasione della visita di condoglienza il re stabilì che d’allora in poi non permetterebbe più ai vescovi ed agli abati di baciargli la mano. E fu cosa molto ben fatta.
(7) Liber Diarius secretarvi conventus Carmelitarum Taurini. Nell’Archivio della parrocchia del Carmine.
(8) Una parte de’ membri della Conversazione letteraria fondò qualche anno dopo un’altra società chiamata Filopatria, più specialmente dedicata agli studi storici, della quale era zelantissimo promotore il conte Prospero Balbo d’illustre e cara memoria. V. Vallauri, Delle società letterarie del Piemonte.
(9) Diario già citato del convento del Carmine.
(10) Nota a penna del Vernazza alla Nuova Guida di Torino del Derossi, del 1781.
(11) Diario del convento del Carmine, già citato. — Debbo qui contrassegnare la mia gratitudine al signor teologo Della Porta, parroco zelantissimo del Carmine, il quale mi ha dato ogni maggior comodità per esaminare il copioso archivio degli antichi Carmelitani.
(12) V. Raccolta d’Iscrizioni patrie, ms. dell’Arch. di corte, e Galli, Cariche del Piemonte, iii, 35.
(13) Biglietto del duca del 9 febbraio di quell’anno. Arch. camerale. — Biglietti regi, vol. 34, fol. 54.
(14) Michela, Descrizione e disegni del palazzo de’ Magistrati Supremi di Torino.