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232 libro secondo


Allora, come adesso, i cristiani del Libano lagnavansi d’ingiusta oppressione e cercavan soccorso. Allora, come adesso, i potentati dell’occidente erano tepidi nel compassionarli, deboli nell’aiutarli.

Il principe di cui parliamo avea calde raccomandazioni del papa pel gran duca di Toscana e pel re di Sardegna: e del padre Francesco Retz, preposito generale de’ Gesuiti pel padre Ignazio Choller, confessore dell’imperatore, e pel padre Claudio Bertrando de Linyeres, confessore del re di Francia.

Rimase ventisette giorni a Torino. Ebbe liete accoglienze e circa sei mila franchi d’aiuto dal re; ed avendo mostrato desiderio della croce de’ Ss. Maurizio e Lazzaro, Carlo Emmanuele ne lo compiacque dispensandolo dalle prove.

Undici anni dopò, ebbe il convento del Carmine un altr’ospite più illustre al cospetto di Dio; e fu don Pietro Riperti, già Rettore dello spedale d’Asti, chiamato dal cardinal delle Lanze ond’esserne assistito nell’amministrazione della badia di San Benigno. Era uno di quegli uomini che sembrano naturati a non far altro che bene, che campano dell’opere di carità che fanno; a cui la carità esercitata, tien luogo di sonno, di riposo, di sollazzo, e fino a un certo segno, d’abiti e di cibo.

Dalla prima luce fino a notte inoltrata, dopo i primi doveri sacerdotali, egli spendeva tutte le ore