Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/234

230 libro secondo

Come Dio sia trino ed uno. Ma egli era dotto teologo, e disse cose mirabili con universale stupore, conchiudendo con un’ode latina in onore della Santissima Trinità.

Il secondo argomento era: come si viva senza cibo nè bevanda. Ed egli prudentemente rispose: non doversi di leggieri prestar fede a questo fenomeno; ma darsi in condizioni naturali, senza miracolo: e fece allusione ad una monaca di Santa Chiara di Chieri, di casa Zappata di Poirino, che da molti anni non pigliava ne cibo ne bevanda fuorchè il sacro pane Eucaristico, e che perciò si chiamava la Santa di Chieri,

Era il terzo argomento: come si giunga a poetare all’improvviso. Il P. Zucchi ebbe campo di lodare i più celebri improvvisatori che allora viveano, e così la signora Manzoni di Milano, il cav. Perfetti e varii altri. Rammentò eziandio, da quell’ospite riconoscente ch’egli era, la raccolta di sonetti del P. Teobaldo Ceva, Carmelitano, e conchiuse con un brioso epilogo dei tre argomenti trattati.

Questo padre Teobaldo Ceva, autore d’una raccolta di sonetti, alla quale aggiunse i proprii commenti, è famoso per le sue contese letterarie col D.r Biagio Schiavo. Assalito da lui con critiche spesso fondate, ma sempre pungenti, si difese con altrettanta acrimonia, come appare anche dal solo titolo d’una sua risposta: Lo schiavo ridotto alla catena.