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222 libro secondo


Succede nel secondo isolato la chiesa di Nostra Signora del Carmine, disegno dello stesso Juvara, coll’annesso convento.

Di questi nobili edifìzii potremo parlare distesamente, perchè quei buoni Carmelitani usavano metter in cronaca le memorie principali de’ loro conventi, e parte di questa fatica è sino a noi pervenuta.

I Carmelitani erano venuti a stabilirsi in Torino nel 1526, nel qual anno ottennero dalla città la chiesuola di San Sebastiano presso la Porta Marmorea. Distrutta la medesima dieci anni dopo per ordine del Re Cristianissimo, que’ religiosi si trasferirono nella chiesa di San Benigno attigua al Palazzo di Città, con licenza dell’abate Gaspare Capris che n’era commendatario.

Pochi anni dopo l’angustia del sito non capace d’ampliazione, li mosse a trattare con don Francesco Lupo, curato di Santa Maria di Piazza, ondo aver la cessione di quella chiesa parrocchiale; l’ebbero diffatto nel 1543, e papa Paolo hi l’approvava per bolla del 17 marzo di quell’anno.

Nel 1635 si cominciò in quel convento la sanla opera della riforma, coll’osservanza delle costituzioni della più stretta regola stampate in Roma nel 1625.

Questa religiosa famiglia era nel 1718 cresciuta fino al numero di quarantotto. Il convento era un