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capo quinto 213

architetto che allora fiorisse, al celebre D. Filippo Juvara, ne domandò il disegno. Avutolo, non guardò al dispendio. Dalla Sicilia fece venir que’ diaspri e marmi finissimi, de’ quali la chiesa della Trinità, sopra ogni altra, risplende. L’opera del rivestimento continuava fin oltre al 1755.

In gennaio del 1608 l’uditore del principe cardinal di Savoia, propose alla compagnia di permettere che i padri Teatini venissero ad officiare la loro chiesa, il che, oltre al riuscire di gran benefìcio alla compagnia ed al pubblico, assicurerebbe alla medesima la perpetua protezione di S. A., la quale farebbe a proprie spese condurre a compimento la chiesa. Che se in questo avessero i confratelli difficolta, il principe cardinale offeriva di sborsar ai medesimi il prezzo di tutte le loro fabbriche. Rispose la compagnia in congregazion generale con voti unanimi: che non consentirebbe mai alla proposta associazione per aver provato che cosa sia unione. Bensì protestavano tutti di voler vivere e morire umili e fedeli servitori di Sua Altezza.

In luglio del 1629 il principe cardinale offeriva alla compagnia trecento ducatoni d’entrata per l’ospizio de’ pellegrini con che desse qualche comodità nel suo oratorio ai Teatini, allora malamente allogati nella chiesa di San Michele. I confratelli rimisero alquanto dell’antica durezza e consentirono. Vi