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204 | libro secondo |
Spirito Santo, e decurione della città di Torino. La maggior parte di San Silvestro rimase alla Città, la quale compensò in danari la confraternita, e chiuse con allo e sodo muro la parte che gli apparteneva secondo il disegno dell’ingegnere Carlo Morello.
Con testamento del 14 gennaio 1763 il confratello Giovanni Battista Bertoldo instituì erede universale la confraternita dello Spirito Santo coll’obbligo di cominciare in termine di due anni la ricostruzione della chiesa. In esecuzione di tale pia volontà vi si pose mano nel 1765 sui disegni dell’architetto Giovanni Battista Ferroggio, il quale lasciando sussistere l’antica struttura, si contentò di variarne l’interna disposizione, e di guernirla di marmi di Valdieri, di rifabbricare Fallar maggiore e la facciata.11
L’antico oratorio avea cinque altari; dietro all’altar maggiore in alto rimase fino ai dì nostri un bel coro ornato di vaghissimi stucchi colla vôlta dipinta. Trattavasi nel 1766 d’aggiungere alla chiesa dello Spirito Santo una elegante facciata sui disegni di Bernardo Vittone; ma venne meno o la volontà, o il danaro.
Ora ne’ due altari, a destra ed a sinistra, le tavole che rappresentano la Madonna col Bambino, S. Carlo Borromeo ecc., e S. Silvestro che battezza l’imperator Costantino, sono dovute a Mattia Franceschini, una delle nostre mediocrità pittoriche Torinesi.
Nella cappella a mano manca entrando, è il