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200 | libro secondo |
In settembre del 1601 si trasferì supplichevole al santuario di Vico per guadagnar le indulgenze dell’anno santo.
In marzo del 1706, essendo vicino l’assedio della città, facea voto di recarsi a N. S. d’Oropa, quando piacesse a Dio di liberar la capitale dall’assedio, lo Stato dalla guerra. Adempiva tal voto in settembre del 1717, offerendo a quel santuario un ricco paramentale di broccato d’oro su fondo bianco.
Nel 1700 e nel 1725, in seguito ad invito della arciconfraternita delle Sagre stimmate di San Francesco, andò a Roma, passando per Bologna e Loreto, dove offerì un ricco paramentale di broccato d’oro. La prima parte del viaggio sino a Bologna fu per barca. Spendevano i confratelli parte del tempo nel cantare i divini uffizi. Le confraternite de’ paesi posti lungo il Po li salutavano collo sparo de’ mortai, con fuochi artificiati, con luminarie. E venuta la notte, li raccettavano allegramente nelle loro case. Era una festa continua. Pervenuti a Roma, tutti in abito uniforme, cogli scudi d’argento in petto, col sacco nuovo, e non, come spesso accade, scolorito, si faceva loro incontro l’arciconfraternita delle Sagre stimmate di San Francesco in numero di seicento, fra cui molti principi e cavalieri, i quali inginocchiatisi li salutavan dicendo: Ben venuti cari fratelli, la pace sia con voi e San Francesco. Al qual saluto rispondeano i nostri: Sit nomen Domini benedictum. Poi rialzatisi,