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capo quarto 189

concorso di popolo ci si ponesse inosservato da un canto, e studiasse minutamente quella varietà di tesle e di espressioni, e d’atteggiamenti e di panni, e la composizione di que’ varii gruppi, e i tanti graziosi contrasti che vi si scorgeano; e come infine con pochi tratti segnasse sopra una carta quel tanto che doveva servir di base agli animati suoi quadri, in cui la natura stessa è ritratta. Il celebre marchese d’Ormea che avea grand’amore per l’arti e finissimo gusto, lo voleva spesso a mensa, lo chiamava amico, e gli commetteva di dipinger per lui sempre quando non dipingesse pel Re.

Claudio Beaumont, capo della Scuola Torinese di pittura, si consigliava coll’Oliviero intorno ai quadri che prendeva a dipingere. In breve era egli tenuto universalmente in gran conto. Non sempre dipinse l’Oliviero scene popolari. Ma dopo avere studiate le opere di Poussin, Lebrun, Coypel prese a trattare soggetti sacri. Alcuni quadri da lui dipinti di questo genere erano alla fine del secolo scorso custoditi con gran gelosia dai minori conventuali di San Francesco. Per la chiesa d’essi frati dipingeva l’Oliviero sceniche rappresentazioni pel Sepolcro del Giovedì Santo, a cui traeva gran folla.

Tardi consentì a pigliare alunni. Il migliore che uscisse dalla sua scuola fu Graneri, ma i suoi quadri non hanno il brio di que’ del maestro, nè un colorito così sugoso e caldo. Sembrano anzi i colori