nel 1668; ed alla confraternita della Dottrina Cristiana
nel 1673: e questo pietoso ufficio del seppellire
i cadaveri abbandonati l’hanno poi sempre
esercitato i confratelli di San Rocco con moltissima
carità. Que’ che si rinvengono morti sulle strade o
nei fiumi, che non udirono nell’ultim’ora niuna di
quelle parole potenti che raddrizzano l’anima al
cielo, che non ebber conforto nò d’una lagrima, ne
d’un sospiro; che esposti entro alla grata di ferro
con un lumicino accanto, furono o non furono riconosciuti,
ricevono dai confratelli di San Rocco onorata
sepoltura con solenne uffìzio nella loro chiesa.
E addì 20 d’agosto del 1804 portavasi in tal guisa
il corpo d’una giovane e bella francese d’anni 22,
chiamata Claudina Bouvier, trovata nelle acque del
Po, il cui caso aveva commosso a grandissima commiserazione
tutti i cuori. Era costei nata a Besanzone,
e faceva il mestiero di cucitrice a Parigi. Innamorata
d’un giovane che lei pure perdutamente
amava, avea dato e ricevuto la fede di sposa. Ma
ostacoli non preveduti (gli amanti nulla prevedono)
impedirono il matrimonio; e fu sì grave il disinganno,
che il giovane disperato si tolse la vita. A
quell’orrido caso la sgraziata fanciulla si sentì per
l’immenso dolore venir meno la ragione. Sperò, fuggendo
que’ luoghi, passando a stranio clima, di sottrarsi
almeno in parte a quel pensiero, e però venne
a Torino. Ma portava la saetta avvelenala nel fianco.