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166 libro secondo

annesso al medesimo. Il vicario rendea ragione nella casa de’ Borgesi accanto al palazzo; ma nel 1335 Catterina di Vienna, principessa d’Acaia, gli concedette una casa attigua allo stesso palazzo. Il Comune vi fece un ballatoio da cui si potessero leggere le sentenze al popolo, e un belfredo in cui collocò la campana per suonar l’aringo.

Nel volgere del medesimo secolo, per quanto parmi, fu edificato l’altro palagio comunale col prospetto verso la piazza. Era una fabbrica a due piani oltra il terreno, con grandi finestre gotiche incorniciate, le superiori schiette, le inferiori suddivise in due altri archi gotici da una colonnetta che stava in mezzo.10 Nel piano terreno aprivasi un porticato similmente gotico. Dietro al Palazzo Civico, allato al vasto cortile allora aperto a levante, chiamato del burro, alzavasi la chiesa parrocchiale di San Benigno. Questo stesso cortile chiamavasi piazza di San Benigno; e fu assegnato nel 1574 ai panattieri forestieri per vendervi il loro pane.

La chiesa parrocchiale di San Benigno era stata di fresco riedificata nel 1335. Nel 1568 vi vennero i Servi di Maria, ossia, come allora li chiamavano, i Frati della Madonna del Popolo, e ne fu perpetuo priore fra Giovanni Battista Migliavacca, lettore di metafìsica nell’università di Torino.

Ma sette anni dopo il Comune desiderando di allargar le sue case, e però volendo ridurre quella