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164 | libro secondo |
un nuovo e più elegante disegno fu ideato dall’architetto Ferdinando Bonsignore, ed approvato dal re. Ma non si die ancor meno ad un’opera che avrebbe il merito insigne di dar alla nostra città un aspetto più italiano.
Il palagio che alzavasi allato alla torre, disegno dell’architetto Gallo, era posseduto sul declinar del secolo scorso, dal conte Felice Durando di Villa, uomo di lettere che avea raccolto una scelta e copiosissima biblioteca, ricca di manoscritti, e soprattutto abbondevole di libri di storia patria. D’essa biblioteca ha stampato un infelice ed inerudito catalogo in tre volumi il padre Fulgenzio Maria Riccardi, minor osservante.
L’antica torre fu demolita per decreto del governo provvisorio del 1° di marzo 1801.4
Il toro di bronzo fu calato la sera di giovedì 23 d’aprile di quell’anno, quasi a dimostrazione della perduta nazionale indipendenza.
Nel medesimo isolato erano ai tempi antichi le case de’ Borgesi, una delle quattro più nobili casate di Torino, i quali divideano coll’altre case dei Gorzani, dei Beccuti e della Rovere l’onore di portar le aste del baldacchino nella processione del Corpo del Signore.5 Le case di questi nobili erano guernite di torri, e la torre d’Albertino Borgese servì qualche tempo ai bisogni del Comune, finche le venisse rifatta la propria (1356).