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162 libro secondo

nell’isolato a sinistra, ed avea prospetto sulla via di Dora Grossa. In faccia al medesimo giganteggiava l’alta torre del Comune, sulla cima della quale, falò e fuochi artificiati celebravano tempo a tempo le pubbliche allegrezze; la campana del Comune dava segno del radunarsi e’ dello andar in oste, o coi frequenti rintocchi annunziava le esecuzioni della giustizia; l’orologio segnava il diurno correr del tempo all’italiana fino al 1568, e dopo quel tempo alla francese, poi nuovamente all’italiana fino al 4 di gennaio del 1791, nel qual giorno ricominciò a suonare alla francese.1 Finalmente, affissa a mediocre altezza al muro della torre medesima, si vedea la carrucola che serviva a dar i tratti di corda. L’antica torre era fattura del secolo xiv. Nel 1580 la città facea provvisione perchè si finisse la torre. Nove anni dopo comprava una campana dall’abate di San Mauro, e stabiliva a Torino il primo orologio. Nel 1449 il Comune riformava si coprisse la torre nuova. Aprivansi in essa finestrelle gotiche ora sole ora binate, piccole e grandi confusamente. Nel 1666 essendo mezza rovinata, il comune la rifece per festeggiare la nascita di Vittorio Amedeo ii, principe che dovea rendersi ben degno delle allegrezze con cui si onoravano i suoi natali, poichè egli fu che col forte braccio e colla gran mente redense lo Stato dalla soggezione in cui l’avea lungamente tenuto la Francia; egli fu che ne strappò dalle mani di Luigi xiv la nocevole ed