nell’isolato a sinistra, ed avea prospetto sulla via di
Dora Grossa. In faccia al medesimo giganteggiava l’alta
torre del Comune, sulla cima della quale, falò e fuochi
artificiati celebravano tempo a tempo le pubbliche allegrezze;
la campana del Comune dava segno del radunarsi
e’ dello andar in oste, o coi frequenti rintocchi
annunziava le esecuzioni della giustizia; l’orologio
segnava il diurno correr del tempo all’italiana fino al
1568, e dopo quel tempo alla francese, poi nuovamente
all’italiana fino al 4 di gennaio del 1791, nel
qual giorno ricominciò a suonare alla francese.1 Finalmente,
affissa a mediocre altezza al muro della
torre medesima, si vedea la carrucola che serviva a
dar i tratti di corda. L’antica torre era fattura del
secolo xiv. Nel 1580 la città facea provvisione perchè
si finisse la torre. Nove anni dopo comprava
una campana dall’abate di San Mauro, e stabiliva a
Torino il primo orologio. Nel 1449 il Comune riformava
si coprisse la torre nuova. Aprivansi in essa
finestrelle gotiche ora sole ora binate, piccole e
grandi confusamente. Nel 1666 essendo mezza rovinata,
il comune la rifece per festeggiare la nascita
di Vittorio Amedeo ii, principe che dovea rendersi
ben degno delle allegrezze con cui si onoravano i suoi
natali, poichè egli fu che col forte braccio e colla
gran mente redense lo Stato dalla soggezione in cui
l’avea lungamente tenuto la Francia; egli fu che ne
strappò dalle mani di Luigi xiv la nocevole ed