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146 | libro secondo |
in esecuzione dei decreti del Concilio di Trento, Tre anni dopo era fatta al Seminario facoltà di alienare la chiesa e le case vicine alla Compagnia di Gesù, affinchè si potesse, e meglio stabilire il loro collegio, e murare una chiesa più degna in onore de’ Ss. Martiri protettori di Torino.11 Sorse infatti nobilissima per le forme architettoniche, splendida per marmi e per dipinti la nuova chiesa de’ Ss. Martiri protettori della città di Torino. Ne die’ il disegno Pellegrino Tibaldi nato in Bologna, ma d’origine Milanese, il quale studiando in Roma i grandi maestri di pittura e spezialmente Michelangelo, era riuscito eccellente in quell’arte, tantoché i Caracci lo chiamavano Michelangelo riformato. Più tardi si volse all’architettura, e innamorato delle forme greche e romane guastò il duomo di Milano facendovi le porte d’altro stile; ma compensò la citta di quel peccato innalzandovi la stupenda chiesa di San Fedele. A questo grande architetto i Torinesi van debitori della chiesa de’ Ss. Martiri, la più ricca e, dopo il duomo, la più bella che sia tra noi; e dissi dopo il duomo, sia in quanto a purezza di stile, sia perchè non conviene dimenticare che la vera forma de’ tempii cristiani è la basilicale.
Vincenzo Parpaglia, abate commendatario di San Solutore, quello stesso che fu parecchi anni a Roma ambasciatore, o come allora dicevano, oratore del duca Emmanuele Filiberto, avea domandalo ed