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130 | libro secondo |
vecchia e la nuova; e sono la via di Dora Grossa e la via di Po.
Noi volendo descrivere storicamente l’interno della città, faremo capo da Dora Grossa, poi entreremo nelle vie che al nord ed al mezzodì di Dora Grossa, o sboccano in quella, o corrono in direzioni parallele; e seguiteremo a percorrere colla stessa ragione la piazza del Castello, il corso della via di Po e delle strade che s’aprono a destra ed a sinistra della medesima.
Dora Grossa dovette essere la prima strada della città nascente de’ Taurini. Dal Castello alla meta circa dell’isola de’ Gesuiti essa ne segna la primitiva lunghezza. Seguitando fino alla via della Consolata, ne misura il primo ingrandimento, d’epoca ignota. Dalla via della Consolata fino al termine della città misura l’ampliazione fatta da Vittorio Amedeo ii, re di Sicilia, poi di Sardegna.
Entrando in Dora Grossa dalla strada reale di Francia si ha a mano manca uno dei quartieri di fanteria edificati dallo stesso sovrano sui disegni di don Filippo Juvara. Ma se ne vede qui solamente la parte posteriore ingentilita dal conte di Borgaro con una bella facciata per ordine di Carlo Emmanuele iii quando si rettilineo la via di Dora Grossa.
In fine della seconda isola a destra, voltando il canto, s’incontra la porta del Deposito di San Paolo. È questo un instituto d’educazione per fanciulle civili,