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120 libro primo

altre gloriose memorie, e d’un marchese d’Aix, che ferito gravemente nelle due gambe, ne potendo più star in piedi, si fa sostenere da due granatieri, e sta saldo al suo posto, e vuol vedere il fin della battaglia; e d’ufficiali che fanno scudo del proprio petto al loro principe, e ricevono il colpo mortale che gli era destinato; e di semplici soldati che ammalati in uno spedale, fuggono la vigilia d’una battaglia onde non esser frodati dell’onor di combattere.6

Un altro illustre difensore della cittadella, il conte Pietro de la Roche d’Allery, che n’ebbe il comando al tempo dell’assedio, moriva il 14 d’ottobre del 1713, e veniva sepolto nella sagrestia della chiesa parrocchiale di Sta Barbara, nel sito appunto ove si legge l’iscrizione che lo riguarda.7

Nel 1748, a’ 17 di marzo, mancava pure di vita nella cittadella, dov’era in cortese prigion ditenuto, il celebre scrittore avvocato Pietro Giannone, della città di Napoli, autore d’una famosa storia d’esso regno scritta in quel senso tutto regio ed antipapale, che prevaleva in molte scuole storiche dello scorso secolo, con non minore oltraggio della verità che della religione. Giannone pendeva al protestantismo, e noi negano i suoi medesimi fautori. Ma ritrattò i suoi errori; morì pentito e cattolico per le affettuose cure del padre Giambattista Prever, della congregazione dell’Oratorio. Fu sepolto nella chiesa vecchia,