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capo quinto 103

gli uni sotto nome di Fratelli di S. Vincenzo e di Fratini destinati a diventar maestri popolari; o sotto quello di Tommasini a percorrere la carriera ecclesiastica; le altre sotto il nome d’Orsoline e Genoveffa educate nella religione, nella morale, ne’ lavori donneschi, istrutte nel modo d’assistere gli infermi, vere Suore di carila. Hannovi poi case appartate, che formano altrettanti monasteri d’osservanza più o men rigorosa: come il monastero del Suffragio, le Suore della pietà, le Carmelitane scalze che governano il ritiro delle Taidine, i Romiti. Le due prime congregazioni vivono in case attigue allo spedale; le Carmelitane, sul colle presso a Cavoretto; i Romiti, presso Gassino.

È insomma questo spedale un picciol mondo.

Maravigliosa instituzione, in cui la carità cristiana stende le braccia ad ogni sorta di bisognosi, senza che la Piccola Casa abbia rendita certa, ne ordini d’amministrazione regolati secondo le norme usate, tutto essendo tra le mani del direttore. Mancato immaturamente di vita il canonico Cottolengo, il dì 30 aprile del 1842, gli sottentrò nel grave incarico il canonico Anglesio, il quale, dopo aver dato alla Piccola Casa tutta la sua sostanza, le fece il più prezioso de’ doni dandole se medesimo. — La Piccola Casa fu approvata dal Re il 27 di agosto del 1833. Il fondatore fu rimuneralo colle insegne dell’ordine de’ Ss. Maurizio e Lazzaro, che