Pagina:Storia di torino v1 cibrario 1846.djvu/87


capo ottavo 79

gravi maltrattamenti in ischiavitù. Liberato più tardi dai ceppi, ma non reintegrato nella propria sede, dove era probabilmente stato intruso un vescovo ariano, aveva patito nuovo cordoglio vedendosi senza sua colpa spogliato di notabil parte della sua diocesi in vantaggio del nuovo vescovato di Moriana. San Gregorio Magno, che governava la Chiesa universale, si risentì dell’oltraggio e del danno che si faceva ad un vescovo innocente, e ne scrisse intorno all’anno 598 forti lettere a Teodorico e Teodeberto re dei Franchi. Scrisse ancora vivamente a Siagrio, vescovo d’Autun, al quale era stata affidata l’educazione di Teodorico, e che perciò era in molta autorità presso di lui, esortandolo a far in modo che Ursicino ricuperasse le parrocchie situate nel regno de’ Franchi che, contro al divieto de’ sacri canoni e senza sua colpa gli erano state occupate. Ma niun frutto pro­dussero le istanze del santo Pontefice. Ursicino tornò poi alla sua chiesa. Ma il vescovado di Moriana conservò allora l’usurpata giurisdizione. La morte di Ursicino può assegnarsi con buona probabilità al 20 d’ottobre 609. Egli fu sepolto nel cimitero che era tra la canonica e la cattedrale.8

Agilulfo ebbe dalle sue nozze con Teodolinda Alaloaldo che gli succedette, e Gondeberta che andò sposa ad Arioaldo, duca di Torino. Era fatale che il ducato di Torino servisse di scala al trono de’ Longobardi. Dopo alcuni anni di savio e di cattolico