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76 libro primo

agevolmente superati, onde dovettero ripassar l’Alpi ed acconciarsi poscia a cedere a Gontranno re dei Borgognoni, per ammenda del danno dato, le valli di Susa, d’Aosta e di Mati (ora di Lanzo), che fecero quind’innanzi parte del reame di Borgogna, seppure invece d’esser cedute non furono piuttosto dall’armi di Gontranno occupate.4

Ne’ cinque anni del suo regno Autari ebbe a di­fendersi contro gli assalti di Childerico re d’Austrasia, a cui s’unirono sovente i Greci; e combattè con varia fortuna, ma sempre con molto valore.

Torino, città importante e non lontana dal confine d’Italia, ebbe sicuramente fin dalla prima occupa­zione il suo duca. Del ducato longobardico rimase fino a’tempi moderni vestigio nell’appellazione della chiesa di S. Pietro,5 la quale dalla sua prossimità alla corte ducale chiamavasi S. Pietro de curie ducis. Ma dei primi duchi che governarono Torino non si ha memoria fino all’anno 589, nel quale, essendo se­guite a Sardi nel Veronese le nozze del re Autari con la bella e savia Teodolinda, figliuola di Garibaldo, re o duca di Baviera, si rammenta che Agilulfo, duca di Torino, v’intervenisse, e dal caso d’una folgore caduta nel reale recinto un indovino traesse argo­mento di predire al duca il breve regno d’Autari e la sua futura elezione. Autari infatti morì il 5 di settembre del 590 in Pavia, non senza sospetto di ve­leno. L’accorta Teodolinda era sì fattamente entrata