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492 | libro sesto |
sia esagerala, poiché nel 1701 uno stato dell’anime desunto sia dalla nota de’ parroci, sia dal ruolo de’ cantonieri, ne assegna sole 44868, non compresa la guarnigione; e nel 1703, 46045, fra cui 818 preti, 760 regolari, 397 monache, 2407 servi, 2600 serve, e 13644 persone abili all’armi. Nel 1709, 49729; nel 1720, 47816; nel 1740, 69992, di cui 58832 in città, il resto ne’ borghi e nel territorio.
In febbraio del 1773 Vittorio Amedeo iii succedette al padre. Principe di vivace ingegno, di tratto cortese, ammaestrato in molle e gravi ed amene discipline, facondo favellatore, dava speranze che poi non portarono fruiti corrispondenti. Imperocché a queste belle doti s’accompagnava leggerezza di carattere ed incostanza di voglie. Era inoltre largo spenditore, quanto il padre era temperato e rattenuto, e nondimeno prometteva più che non volesse o potesse attenere. A questi inconvenienti dell’indole sua si aggiunsero le difficoltà dei tempi, la rivoluzione francese che s’avanzava gonfia di procelle; la quale, scoppiando, non solo rovesciò il trono de’ suoi re, ma invase l’Europa, alzando stendardi e voci di libertà, di virtù, di fratellanza, d’eguaglianza, di sovranità popolare, onde uscivan faville che accendevano le menti dei popoli; e li summoveano contro ai loro principi, adescavano le anime semplicette, gli uomini che innamorati delle apparenze virtuose, come Isione della nuvola, non penetrano più addentro