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478 libro sesto


Valorosissimo tra i più valorosi, e degno d’essere paragonato co’ maggiori eroi dell’antichità, è senza dubbio Pietro Alice a di Sagliano d’Andorno. Verso la mezzanotte, cominciando il dì 30 d’agosto, molti gra­natieri francesi, varcato il fosso della mezzaluna di soccorso della cittadella, passano presso la contro­scarpa, e, pervenuti improvvisamente all’angolo sagliente, giungono alla porta della galleria per cui si scende nell’in terno della piazza. Resiste la guardia Piemontese; ma in breve, sopravvenendo nuovi ag­gressori, è uccisa; ed i Francesi stanno percorrere nella grande galleria ma due minatori chiudon la porta della scala che mette dalla galleria alta nella bassa. Quivi era stata preparala una mina, onde poter al­l’uopo ruinar la scala, e impedir il passo al nemico. Sentendo che i Francesi abbattean la porta a colpi d’accetta, Pietro Micca dice al compagno d’accender la mina; e vedendolo esitare, lo allontana col braccio, e gli dice, sorridendo: Tu sei più lungo che un giorno senza pane; fuggi e lascia fare a me. Ap­plica la miccia alia mina, e balza in aria egli il primo, ma con lui saltano tre compagnie di grana­tieri francesi, ed una batteria nemica.1

Egli era ammogliato e padre, avendo dalla moglie Maria un bambino di due anni.

Con siffatti difensori la monarchia di Savoia non potea perire.

All’indomani i Francesi diedero un furioso assalto