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capo terzo | 463 |
a Luigia, figliuola primogenita della reggente, e sa rebbe luogotenente generale della contea di Nizza.
La Francia promise allora di rendere le piazze occupate tostochè gli Spagnuoli sarebbero cacciati dal Piemonte. Di quell’anno medesimo la spada del principe Tommaso, creato generalissimo dell’esercito francese, ripigliò Crescentino, Nizza, Acqui, Tortona, Saluzzo, Verrua. Frattanto la morte di Richelieu (1643) agevolò il riordinamento della Monarchia di Savoia, la quale, se non potè per molli anni ancora sfuggire alla preponderanza francese, godeva nulladimeno de’ termini d’una onesta indipendenza.
La città di Torino non fu sgombra dall’armi francesi che dopo il trattato del Valentino del 3 d’aprile 1645, ed allora vi fece il suo solenne ingresso il giovine duca Carlo Emmanuele ii, che tornato di Savoia avea fatta per qualche tempo residenza a Possano. Ma soli dodici anni dopo rendettero i Francesi la cittadella.
La guerra civile, ancorché intrapresa per necessità, ancorché guidala con giuste intenzioni, porta amari frutti. Segreta ruggine fu sempre fra Cristina e i cognati. La confidenza mai non nacque. Nel popolo gli animi rimasero assai tempo ulcerati e divisi, e trent’anni dopo si trova, in segrete relazioni sulla persona di qualche ministro, l’accusa di essere un poco principista. Per lungo tempo infine