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capo terzo 461


A Grenoble Richelieu non dissimulò alla duchessa che il re voleva per buoni rispetti il nipote a Pa­rigi, e intendeva di guernir Mommeliano di soldati francesi. Ma Cristina fu salda ne’ suoi rifiuti. Ca­rezze e minacce furono messe in opera inutilmente. Indarno ancora tentò quel ministro la fede del conte Filippo d’Agliè. Questi non fu men duro che la reg­gente, e lo Stato fu salvo.

Nel 1640 Leganez aprì la campagna andando a campo a Casale. Ma il general francese d’ Harcourt lo costrinse a levar l’assedio, e venne quindi a porlo ei medesimo a Torino. Cominciò a stringere la città il 10 di maggio.

Poco stante giunse Leganez a bloccare d’Harcourt nelle sue linee. Spettacolo unico piuttostochè raro. La cittadella di Torino, tenuta dai Francesi: assediata dalla città, dov’erano il principe Tommaso e gli Spagnuoli. La città assediata dai Francesi: il campo degli assedianti assediato dagli Spagnuoli. In quel­l’assedio un ingegnere del principe trovò il mezzo di corrispondere col campo spagnuolo per via di bombe, la cui capacità conteneva dispacci in luogo di polvere. Ma le bombe che rinviava il campo spagnuolo non conteneano pane di che la città pativa estremo disagio. In tali angustie il principe Tom­maso tentò una vigorosa sortita addì 14 di settem­bre, ma Leganez non si mosse punto a soccorrerlo. E però egli trattò della resa, e sei giorni dopo sortì cogli onori della guerra e si ritirò in Ivrea.