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capo terzo | 455 |
Che tenesse lontani i principi Maurizio e Tommaso suoi cognati, nemici di Francia;
Che componesse il suo consiglio di persone divote a quella corona;
Che si stringesse in lega colla Francia, invece d’osservare la neutralità.
In quanto al primo capo, le mire del Richelieu coincidevano colla naturale inclinazione della duchessa, che; maestosa di sembianti, faconda e commovente favellatrice, con voce alquanto virile, mente leggiera sì ma sagace ed accorta, cuore magnanimo ad un tempo e giulivo, si stimava ed era atta al comando. La stessa passione le facea temere la presenza dei principi suoi cognati; ben prevedendo che non potea seguire il loro ritorno senza diminuzione della propria autorità. Il terzo capo assai più le increbbe, e sebbene si studiasse di soddisfarvi, almeno in apparenza, spaventata com’era delle continue minacce del Richelieu e dell’Emerì, che le faceano suonare all’orecchio paure di veleni, di congiure, di tradimenti; il re essere la sola sua salvezza; esser dessa perduta se un sol momento se ne dimenticasse; tuttavia conservò lungo tempo tra i principali suoi ministri il padre Monod, gesuita, che non parteggiava punto per Francia, che consigliava il ritorno de’ principi, che erasi concitato l’odio del Richelieu, prima per averlo deriso con un libro intitolato, Praesul galeatus, poi per aver ordito una trama