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454 libro sesto

Vedova di Vittorio Amedeo i, era madama Cri­stina di Francia, sorella del re Cristianissimo, la quale amando il fratello e la Francia, non amava per altro, ma odiava e temeva il Richelieu che aveva mandato in esigilo sua madre, e tenea sotto perpetua tutela il fratello. Posta tra due potenze che contendeano per aver il predominio in Italia, ella avea sempre anteposto gli interessi francesi agli spagnuoli; e forse in parte a tale predilezione, era dovuta l’affrettata conclusione dell’articolo segreto aggiunto al trattato di Cherasco per la cessione di Pinerolo. Ma col progresso de’ tempi ben diede a conoscere che, nelle cose sostanziali, agli interessi di Francia, ella sapeva anteporre ed anteponeva quelli della sua patria d’adozione. Onde spiacque mortal­mente al Richelieu, e seco spiacquero i principali ministri col cui consiglio si governava.

Degno interprete della prepotenza di Richelieu era presso la duchessa il signor d’Emerì, ambasciador di Francia, uomo rusticano e tracotante, il quale comunicando alla bella e spiritosa Cristina i duri imperii del suo padrone, li aggravava coll’insolenza delle forme.

Era interesse della Francia che Cristina assumesse sola l’ufficio di tutrice e reggente, perchè in questo modo i Francesi poteano sperare d’aver senza con­trasto il predominio in Piemonte, ed esser tutori della tutrice;