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capo secondo 447

furono veduti molli che, appoggiati alle mura, sta­vano come trasognati, senza parlare, nè mangiar, nè bere, due, tre e quattro giorni e notti in piedi, e poi, vinti dal male e dalla spossatezza, cadeano morti senza soccorso nè spirituale, nè temporale.

Moltissimi religiosi, che recavano i sagramenti agli appestati, furon presi dal male, e la massima parte morì. I curati di Torino, da due in fuori, morirono tutti, e i loro successori ebbero la medesima sorte, e fino in molte parrocchie i successori de’ successori.

Molti casi orrendi ed abbominevoli, molti pieto­sissimi narra il medico Fiocchetto; uno solo ne ram­menterò, ed è di due fanciullini, uno di ire, l’altro di quattro anni, che, mancati i genitori, trovan­dosi soli soli, tocchi dal male, s’abbracciarono con fraterno affetto, e così morirono; ed abbracciatili trovarono i monatti alla porta della casa che sorge avanti alla chiesa della Trinità, e così avvinti li gittarono tra gli altri cadaveri, sotto al peso de’ quali scricchiolava il carro che conducevano.

E siccome la moltitudine e la prontezza di tali morti ha per effetto ordinario prima di spaventare, poi d’instupidire, e di indurar il cuore, massime alle persone volgari, così faceansi nel più atroce imperversar del contagio tanti matrimonii in questa città, che a me era (udiamo il protomedico) di gran stupore, atteso che in molte case, appena in questa il cadavere del marito era in istrada, e nell’altra