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Capo Secondo


Carlo Emmanuele i — Sue qualità — Compie l’opera cominciata dal padre formando la tempera nazionale e militare del popolo Pie­montese — Peste del 1630 e successi della medesima in Torino — Bellezia, Beccaria e Fiocchetto.


In altezza di sensi non era Carlo Emmanuele i minore al padre. Non gli cedeva in prodezza, avea maggior fantasia, intelletto più colto, ma gli era molto inferior di prudenza; piacevasi d’imprese ar­rischiate, di vasti e arditi disegni, pochi de’ quali gli tornavan bene. Amava e proteggeva le scienze e le lettere, ed egli stesso con gran passione, e non senza frutto, le coltivava.

Ne’ cinquant’anni del suo regno continuò la sa­piente opera del padre, riformando e ordinando lo Stato; spartì il paese di qua dai monti in dodici pro­vince, e in ciascuna stabilì uno special reggimento economico e giudiziale. Chiamavansi prefetti questi giudici provinciali, ad aveano la prima cognizione