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Capo Quarto
Annibale passa le Alpi ed espugna la città de’ Tavrini.
Poco fidandosi i Romani de’ Boi e degli Insubri, costrussero in mezzo ai paesi da loro occupati Piacenza e Cremona, e vi stabilirono colonie l’anno 218 prima di Gesù Cristo. Fu quella ai vinti nuova occasione d’insorgere e di contrastare, fu la cagion principale per cui rivolsero le loro speranze e le loro lusinghe verso Annibale, che avea da tre anni cominciato in Ispagna la guerra contro agli amici e confederati del popolo Romano, e soddisfaceva a quel giuramento d’odio immortale contro a Roma, ch’egli, fanciullo di nove anni, per ordine del padre Asdrubale, avea prestato sui sacri altari. Amor di patria, che or pur troppo non è pel maggior numero che un tepido affetto, era allora una passione gigante. Annibale avea perpetuamente avanti agli occhi Cartagine sua spogliata dell’impero de’ mari, delle isole che fan belle Fonde tirrene, costretta a vergognoso tributo, essa lungamente assuefatta ad imporne.