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418 libro quinto

il principe comandò andassero i soli cavalli, il po­polo stesse a casa (et populus remaneat).

A’ 24 dello stesso mese il principe raccontava in sue lettere che il siniscalco regio faceva il suo eser­cito di cavalli e di fanti a Cherasco, preparandosi ad invadere il suo Stato, al quale egli intendeva, colla guida di Cristo, di resistere pienamente, e però comandava di nuovo che tutti partissero.

A’ 10 di luglio il principe, essendo a Moncalieri, dava ordine verbale ai Torinesi di far nuovo eser­cito generale per tre giorni. Due giorni dopo volea esercito generale per giorni quattro, e volea che tutto lo sforzo giungesse a Carignano il 14.

A’ 28 il principe scriveva al comune: essere il siniscalco entrato a Sommariva di Perno, apparec­chiarsi ad espugnar quel castello; perciò dava pre­cetto ai Torinesi di marciar tutti e di raunarsi il 3 d’agosto a Carignano, fatto divieto ad ogni persona abile all’armi di rimanersi, o di mandar altro in suo luogo, a pena di 25 lire per ogni cavallo, di lire 10 per ogni fante che non obbedisse, con deroga per quel caso ad ogni grazia o privilegio, e con minaccia d’indegnazione perpetua.

A’ 17 d’agosto giunse un altro precetto d’andar con lo sforzo a Cavorre per giorni dieci.

A’ 31 d’agosto nuovo comando di marciare con fornimento di giorni venti e più.

In tutti questi casi il comune obbedì senza