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34 | libro primo |
orda gettavansi in mezzo all’altro centro e più lungamente famoso nella Grecia, e perivano vicino a Delfo. Intanto i varii popoli Gallo-Cisalpini continuavano in questi paesi il mal vezzo avuto in retaggio dai loro avi di straziarsi l’un l’altro. Ma nondimeno frequentemente s’univano a’ danni de’ Romani e ne fecero sovente impallidir la fortuna. Se non che in breve i Quiriti rinnovavan le forze, e speditisi dalle guerre latine ed etrusche, già comprendevano negli ambiziosi loro disegni un più vasto orizzonte, e ad ogni nuova guerra co’ Galli e co’Liguri imparavano a temerli meno, e se di forza corporale nè d’ardimento non li avanzavano, erano più scaltri e più ostinati. Onde vinsero Senoni e Boi, Insubri e Liguri. I primi furono col volger de’ tempi quasi affatto spenti.
Celebri sono le battaglie di Toscana de’ Galli-Cisalpini dell’anno 224 prima dell’era volgare. I Galli vinsero in sulle prime a Fiesole il Romano pretore, poi mentre si ritiravano carichi di preda furono a Telamone presi in mezzo tra due eserciti consolari, l’uno comandato da Lucio Emilio Papo, venuto da Rimini, l’altro giunto pure allora dalla Sardegna, capitanato da C. Attilio. I Galli non si smarrirono, ma ordinate le schiere in due fronti collocarono contra Emilio gl’Insubri ed i Gessati, ausiliarii questi ultimi, seminudi, venuti pur allora dalle sponde del Rodano; e contra Attilio i Boi ed i Tavrini i quali