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capo settimo 405

duchessa Violante, già mentovata, nel commettere a Niccolò di Tarso l’ammaestramento del piccolo duca, rammentava nelle sue lettere patenti, beati esser i popoli i cui re sono filosofi o di filosofia studiosi. E alcun tempo dopo, nel deputargli un governatore, che fu Filiberto di Grolee, sire d’Eslins, disse, che sapendo di non poter fare al figliuolo un maggior dono che di porlo sotto la guida d’un tant’uomo con tante lettere, con tante preghiere, con tante ambasciate l’avea ricercato di assumere quella vasta provincia, che alla perfine avea dovuto con­sentire.9

Filiberto i riusciva, adir vero, un principe addot­trinato; ed ancor fanciullo orava al cospetto dei tre stati della monarchia, non senza maraviglia nè senza lagrime di molti di que’ che l’udivano.10

Continuò lo studio torinese a fiorire a’ tempi di Carlo iii, principe la cui mente era vaga e adorna di buoni studi. Il celebre Desiderio Erasmo di Roterdam, agostiniano, vi fu laureato in teologia il dì 4 di set­tembre 1506 insieme con Tommaso Redda della dioc­esi di Worms. Insignoritisi poscia i Francesi di queste contrade, dapprima mostrarono di voler favorire lo studio torinese; anzi al loro tempo si diedero le prime lauree in chirurgia; ma nel 1558, essendo nata contesa tra gli scolari e i soldati, monsignor d’Ossun, governatore della città, fece chiuder lo studio; e tacquero le dotte scuole fino al 1566, quando