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32 | libro primo |
stirpi Liguri ed Insubri conservavano un raggio più splendido della civiltà antica. E tra queste città argomento che fosse quella de’ Tavrini situata presso al confluente del Po e della Dora, il cui nome si mantenne tra le invasioni galliche, e la quale la prima volta che si vedrà comparir nella storia, vi figura come città forte di popolo bellicoso.
Un secolo e mezzo prima che i Galli scendessero in Italia, genti raccogliticcie e feroci fondavano Roma presso la frontiera Toscana, a undici miglia circa geografiche dalla famosa città di Vejo. L’indole degli abitanti non meno che la necessità del sito la fecer guerriera. Barbara a petto degli Etruschi, ma civilissima se si paragonava co’ Celli, Roma crebbe col continuo e fortunato esercizio dell’armi; ma mollo più per la somma facoltà che ebbe d’appropriarsi i riti, le istituzioni, le leggi dei vinti, con potenza assimilatrice a niun’altra eguale. L’anno di Roma 365, secondo Livio, cadde dopo dieci anni d’assedio in poter de’ Romani la città di Vejo. Continuarono l’armi romane ad allargar l’imperio sugli Etruschi, finche l’anno 445 di Roma, 308 prima di Gesù Cristo, Dolabella sconfisse ed ammazzò al Iago di Vadimone Elbio Vultureno ultimo re dei Tirreni. Intanto Roma dall’Etruria derivò molti riti, la superstizion degli auguri, i giochi pubblici, gli ornamenti dei re, poi quelli dei consoli, il sistema monetario, le arti belle; non quella inarrivabile de’ vasi dipinti.