Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capo terzo | 31 |
religione è disumana; che non hanno sede ferma e però non ban vera patria; come non s’insegna il canto a chi comincia appena a balbettare. La civiltà nasce dal municipio e non dai ciani. Popolo civile conquide il meno civile. Ma la sola forza brutale uccide la civiltà. La nordica nebbia ebbe almen sempre poter d’abbuiarla, e a dissiparne le tenebre vi vollero lunghi anni e la virtù latina. Appararono bensì i vincitori dai vinti a coltivar le terre, ad abitar case e non capanne o tende. Ma mollo più fu quello che disimpararono i vinti, poiché furono confusi co’ vincitori.
Di questi Gallo-Itali, scrive Polibio, che abitavano nelle ville non circondate di mura, nè munite d’altra difesa, che non conosceano arti nè comodità della vita, che dormivano sopra un po’ di paglia stesa sul suolo; mangiavano carne; esercitavano solo le cose della guerra e dell’agricoltura, e vivendo una semplice vita, di scienza nè d’altro non si davan pen siero. Le loro ricchezze erano, ei dice, oro ed armenti, perchè facilmente si poteano trasportare. Ogni loro studio poneano in procacciarsi aderenti e clientele per aver seguito e forza e quindi onore e fama. Così poco civili erano ancora questi Galli dopo un lungo soggiorno sulla terra d’Italia. Nè molto più innanzi esser doveano i Liguri che s’eran confusi con loro. Ma forse nelle città chiuse che ancora si manteneano come oasi in mezzo al deserto, alcune