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capo quinto | 381 |
chiedette che fosse rimosso il predicatore di S. Francesco che andava spargendo errori.
In maggio dell’anno seguente fe’ instanza si cacciasse un prete luterano, e s’eseguissero contro a cosiffatti eretici le lettere del re. In gennaio del 1562, mandò suoi deputati al re di Francia perchè vietasse ai protestanti di predicar in Torino contra la fede cattolica. Espose a S. M. cristianissima Gio. Antonio Parvopassu, che la città di Torino avea sempre mantenuta fede a Dio, come la manteneva a’ suoi sovrani, e che non intendeva di mutar sistema; ed ottenne lettere al maresciallo di Bordiglione, viceré, colle quali gli si imponeva di cacciare chi tentava di spargere nuove dottrine.
Intanto, per armare i cittadini contra le perniciose novità che correvano in materia di fede, la città, fin dal febbraio del 1542, avea deputato maestro Gerolamo Bacchia a leggere dal pulpito di S. Domenico, in tutti i giorni festivi, le lettere di S. Paolo, spiegandone il vero senso a confutazione de’ luterani. Infinito obbligo abbiamo pertanto per la conservala purità della fede al comune di Torino, non che alla compagnia di S. Paolo che si formò per privata associazione e con quel principalissimo scopo ne’ chiostri di S. Domenico nel 1565, ed alla compagnia di Gesù, che venne a stabilirsi in Torino in dicembre del 1566.
Nel 1567 l’arcivescovo Girolamo della Rovere