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Capo Terzo


Dell’erario comunale.


L’erario comunale componevasi di varie gravezze, ed in primo luogo della taglia, la quale si levava tanto sui beni stabili, che sui mobili, secondo il re­gistro, il quale fondavasi sulla stima che ne veniva dichiarata o fatta d’ufficio, quando la consegna non si credea fedele.

Antico era in Torino il registro de’ beni stabili, diviso in tre square o fini, secondo la qualità delle terre. Teneasi dapprima a denari viennesi, nel 1325 fu riformalo a moneta d’Asti.

Dovean porsi in registro non solamente lo stabile posseduto, ma i censi, le ragioni d’acqua, ogni di­ritto utile, il mobile, i fondi di bottega, ed in breve lutto l’avere. In dicembre del 1325 i savi del con­siglio si lagnavano che il registro non fosse stato fatto con fedeltà, e che quello delle cose mobili ascen­desse appena alla somma di 36 mila lire. E però ne ordinavano la riforma.