dello stesso M. Vibio Marcello v’ è memoria in una lapide sepolcrale (Marmora Taurinensia ii, 49) da lui consacrata ai mani di Caio Geminio Vibiano e di Lartide Priscilla. La gente Vibia era illustre in queste regioni subalpine, e se ne ha memoria in più marmi. Vibiforum presso l’Alpi alla destra del Po era forse stato da essa fondata. Crispo Vibio vercellese fu annoverato a Roma fra i più illustri oratori, e si dice nel dialogo De Claris oratoribus noto in extremis partibus terrarum. A stirpe così famosa apparteneva M. Vibio Marcello, che dovendo valicare il colle d’Arnasso, e la sua pericolosa ghiacciaia che mette nella valle d’Arverole in Moriana, lasciò in Usseglio memoria del voto fatto al Dio Ercole, da lui quasi emulato con quella impresa. Nè i Vibii erano tutti vercellesi, avendosi un’iscrizione di Lucio Vibio, censore, figliuolo di Caio, che si dice della tribù stellatina, alla quale, come vedremo, furono aggregati i Torinesi. Nell’iscrizione Ussegliese da me riferita, ho letto altra volta, non bene, virius, in luogo di vibius.