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338 libro quinto

maggior ingerenza nel maneggio dei pubblici negozii e nell’indirizzo del governo. Nondimeno gli avvisi e doglianze, e le richieste degli stati erano sempre rassegnati in forma di umile preghiera; e sebbene non si chiedesse in generale che riforma di abusi, le risposte non erano mai nè tutte, nè in­teramente conformi alle domande.

Nel 1490 chiedettero gli stati, a titolo di grazia e di benefizio, che la duchessa Bianca permettesse loro di deputare sei persone, due ecclesiastiche, due nobili, due cittadine, metà oltramontane, metà cismontane, per sedere nel consiglio del principe, e suggerire quelle provvisioni che potesse richiedere il comun bene. Pregavano con grande istanza gli stati che la duchessa lasciasse loro la nomina d’essi nuovi consiglieri, perchè, diceano essi, noi abbiamo maggior conoscenza della capacità di ciascuno. La duchessa consentì la grazia, ma riservò a se stessa la nomina.

Molte volte si adunarono i tre stati nella città di Torino. E fra le altre il 10 febbraio 1479, d’or­dine di Ludovico xi, affine d’avvisar all’elezione da farsi pel governo di tutta la patria di Savoia.12

Parecchie altre volte si radunarono i tre stati in Torino, massimamente dopoché Carlo i e la duchessa Bianca vi fecero residenza; la qual residenza vi fu continuata da Filiberto ii e Carlo iii. Durante l’occu­pazione francese si radunarono ancora varie volte;