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336 libro quinto

risolvessero su tali domande, li maggior consiglio del comune che non volea delegare la sua podestà a due o quattro persone, mandava deputati coll’incarico di udire e riferire. E però una volta Ame­deo vi protestò, che, se agli ambasciadori non si con­cedeva piena facoltà di risolvere sulle domande che farebbe, ei nulla direbbe loro.10

Le assemblee generali per concession dei sussidii non si componean dapprima che dei deputati dei comuni e dei nobili.

Cominciò Amedeo viii a radunar i prelati per consultarsi con loro quando vide sorger contrasti fra il concilio di Basilea e papa Eugenio iv. Per la me­desima causa chiamò (credo) per la prima volta in generale assemblea i tre stati; a Evian il 20 no­vembre 1436; e di nuovo l’anno seguente a Thonon, nella qual occasione scrisse alla città di Torino di questo tenore:

« Il duca di Savoia ai nostri ben amati e fedeli, i sindaci e consiglieri della nostra città di Torino, noi vi salutiamo. Per alcune cose che toccano gran­ demente la nostra fede, noi abbiam divisato di con­vocar insieme i tre stati del nostro paese, senza i quali non vogliamo in alcuna guisa deliberare (sans les quels nous ne voulons aucunement déliberer). Perciò vi mandiamo e preghiamo che il xx giorno del mese prossimo di gennaio deputiate qui appo noi quattro dei più notabili della detta città di