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Ma l’assemblea era convocata per ascoltare pre­cetti, per conoscere a chi dovesse obbedienza, non per consultare, nè per operare.

All’incontro nel secolo seguente, i principi d’Acaia cominciarono a chiamare in generale adunanza i deputati dei comuni onde aiutarsi del loro con­siglio in provvisioni d’interesse generale; come sa­rebbero quelle intese a reprimere il lusso, e quelle concernenti l’annona, vale a dire il serramento e il prezzo de’ grani, ed anche alcuna rara volta la difesa comune.

Un’assemblea in cui furon proposte e sancite leggi suntuarie, si tenne a Pinerolo nel 1328; ma, come tutte le leggi di egual natura, le quali debbono ese­guirsi contra un sesso così gentile e così sottile in trovar amabili inganni, produssero poco frutto.

La vera causa che indusse l’uso delle generali radunanze degli Stati, fu la domanda di que’ straordinarii donativi chiamati sussidii; la quale, sebbene non si trovi esempio di rifiuto, pure avea sembianza di concessione libera e non di obbligo. Onde sapersi regolare sulla quantità, i comuni andavano indagando che cosa avessero conceduto altri comuni coi quali parea loro di potersi misurare. Torino s’informava delle intenzioni di Chieri e di Pinerolo.9 I principi di Savoia, affinchè le deliberazioni fossero più corte, desiderarono che deputati dei comuni, forniti di pieni poteri, si radunassero alla loro presenza, e